Anatocismo: restituzione milionaria ad imprenditore campano
Grazie alla consulenza Kipling la banca restituirà al cliente € 1.168.526,17 oltre interessi, nonché spese legali per € 21.500 e spese di giudizio per € 17.000.
Finisce con una pesante condanna per la banca l’incubo che un imprenditore campano, la sua famiglia ed i loro dipendenti hanno iniziato a vivere quando la principale banca di riferimento della società, ha bloccato l’operatività aziendale congelando gli affidamenti e segnalando alla Centrale Rischi presso la Banca d’Italia una esposizione debitoria di oltre 800.000 €, che è stata dichiarata inesistente dalla sentenza n°10058/2017, pronunciata dalla II Sezione Civile del Tribunale di Napoli.
I fatti
Nel 2012 i rapporti tra l’imprenditore e l’istituto di credito cominciano a diventare difficili perché da un lato gli addebiti per interessi, commissioni e spese sono progressivamente crescenti anche a causa dell’anatocismo e dall’altro la banca restringe l’accesso al credito impedendo il regolare svolgimento del rapporto.
L’imprenditore intuisce che il futuro potrebbe essere molto buio. Le fideiussioni personali prestate per il valore di € 1.300.000 in favore della banca diventano una scure minacciosa anche per la casa di famiglia.
La consulenza di parte (CTP) Kipling
Nel 2013, è stato interpellata la Kipling. Dopo un attento studio preliminare, è stata predisposta la perizia a firma del Dott. Francesco Leo sviluppata con il software Riteg Bank certificato dal CNR di Pisa. Gli Avvocati De Stefano ed Oliviero del foro di Napoli hanno contestato alla banca anatocismo ed altre irregolarità contrattuali e contabili riscontrate dalla perizia per circa 1.300.000 euro.
L’istituto di credito oltre ad aver difeso strenuamente la propria posizione, ha formulato domanda riconvenzionale chiedendo il pagamento di € 878.574,07 ed ha insistito perché le istanze della società attrice fossero rigettate per intervenuta prescrizione.
La CTU è molto articolata tanto che, attesa la difficoltà, a seguito di diversi rilievi operati dal CTP in sede tecnica ha subito numerose modifiche ed integrazioni di calcolo.
La vittoria Giudiziaria
Alla fine il verdetto è chiaro “la banca stessa ha indebitamente capitalizzato gli interessi passivi violando il divieto di anatocismo imposto dall’art. 1283 cc” pertanto la somma richiesta dalla banca di € 878.574,07 non è dovuta, ed anzi oltre alla cancellazione di tale debito, la società deve ottenere la restituzione della somma di € 289.952,10, oltre interessi legali.
Ma non è tutto, infatti con riferimento alla presunta prescrizione il Tribunale chiarisce che “la banca ha eccepito la prescrizione in modo inammissibile, senza neanche dedurre la natura solutoria dei versamenti”.
“La riconvenzionale della banca, e la connessa domanda nei confronti dei chiamati in causa, va rigettata, essendo emerso un complessivo saldo attivo per la correntista.”
Leggi sentenza
Kipling Revisione Bancaria