Fideiussione e ripetizione di indebito: Nei rapporti di affidamento bancario il fideiussore può agire per la ripetizione dell’indebito?

Risponde all’interrogativo il Tribunale Civile di Brindisi con la Sentenza n°1184/2023, nella quale sono affrontate dettagliatamente le questioni inerenti la gestione del conto in ordine agli addebiti illegittimi, in particolare anatocismo, tassi ultralegali, CMS ed usura bancaria e l’escussione della fideiussione ai danni dei garanti della società. Tuttavia prima di esaminare la sentenza è opportuno chiarire alcune circostanze utili a comprenderne il significato.

Qual è il ruolo del fideiussore nei rapporti bancari?

È frequente che i rapporti di apertura di credito in conto corrente, ma più in generale tutti i rapporti di finanziamento, siano garantiti da una o più fideiussioni. Di norma per le società di capitali, nel nostro tessuto economico la più diffusa è la SRL, garantiscono per gli affidamenti concessi dalla banca, e più in generale per i finanziamenti, gli amministratori ed i soci. Quindi laddove la società garantita non sia in grado di rientrare del fido o più in generale di rimborsare il credito concesso dalla banca sono chiamati in causa i fideiussori che sono a tutti gli effetti debitori della banca, entro il limite di importo previsto dalla fideiussione stessa.

Il pagamento del conto affidato o il finanziamento garantito dal fideiussore è sempre dovuto?

È possibile che a fronte della richiesta di pagamento della banca, un puntuale esame dei contratti e degli estratti conto porti alla luce la presenza di interessi e competenze non dovute, a causa dell’applicazione di illegittimo anatocismo, tassi ultralegali non validamente pattuiti, presenza di interessi usurari, addebito di CMS illegittime o di altre commissioni spese ed oneri non dovuti.
In tali casi la ricostruzione contabile del conto corrente, mediante perizia econometrica può letteralmente modificare il saldo del conto talvolta giungendo ad azzerare le esposizioni debitorie o addirittura trasformando quello che secondo gli estratti conto bancari è un debito in un credito per il correntista.
Ebbene, in tali situazioni è certo che il debitore principale può agire per la restituzione di quanto pagato illegittimamente, ma non sempre è chiaro cosa può fare il fideiussore.

Come può tutelarsi il fideiussore secondo la legge?

Secondo le regole generali del codice civile, in particolare secondo gli articoli 1945 e 1949 del Codice Civile il fideiussore che effettui un pagamento nei confronti del creditore garantito può opporre le eccezioni che spettano al debitore principale ed è surrogato nei diritti del creditore. In sintesi, il fideiussore paghi un debito che si rivela non essere dovuto egli può esercitare nei confronti del creditore l’azione di ripetizione di indebito ai sensi dell’art. 2033 C.C. . L’azione di ripetizione è lo strumento per ottenere la restituzione delle somme pagate in assenza di una giustificazione

Cosa può fare il fideiussore di un fido o di un conto corrente di fronte alla richiesta di pagamento della banca?

Entrando nel dettaglio della vicenda oggetto della sentenza del Tribunale di Brindisi il disperato fideiussore, vistosi praticamente privato di tutte le proprie disponibilità economiche e l’azienda che – inspiegabilmente – si era vista chiudere ogni rapporto con l’istituto di credito; operazione, quest’ultima, che ne aveva di fatto decretato – di lì a poco – il fallimento, hanno fatto esaminare l’affidamento intrattenuto con la banca.
La perizia econometrica sviluppata ha accertato, mediante una particolareggiata ricostruzione contabile che il reale saldo sarebbe stato a credito della società di ben € 257.775,51 a credito della società e non a suo debito.
Tuttavia la banca aveva escusso pegni concessi dal fideiussore e dalla società per complessivi € 139.046,14.
La causa avviata dall’Avv. Gianluca Sardella, professionista ormai operante da diversi anni in prima linea per far accertare i soprusi degli istituti di credito contro i malcapitati correnti, sulla base di tale perizia, ha avuto una articolata istruttoria culminata in una complessa Consulenza Tecnica d’Ufficio nell’ambito della quale la Kipling ed il Dott. Francesco Leo hanno partecipato attivamente alle operazioni peritali garantendo la difesa tecnica della correntista e del fideiussore. In tale ambito l’esperto nominato dal Tribunale come CTU ha potuto accertare la fondatezza delle pretese creditorie del correntista e del fideiussore e la conseguente inesistenza dell’esposizione debitoria al momento dell’escussione della fideiussione.

Quali sono le difese della banca a fronte della contestazione del fido?

Nel corso del processo numerose sono state le eccezioni sollevate dalla banca per contrastare le contestazioni sviluppate dal fideiussore. Le principali eccezioni sono relative alla intercorsa prescrizione delle rimesse solutorie, alla irripetibilità degli interessi in quanto versati in adempimento di un’obbligazione naturale ex art. 2034 c.c., alla mancata contestazione da parte della correntista degli estratti conto adducendo che conseguentemente le relative risultanze dovevano intendersi definitivamente approvate, alla asserita non completezza degli estratti conto su cui poter procedere ai ricalcoli.

Il fideiussore può ottenere la restituzione delle somme versate, se il rapporto di affidamento è viziato da anatocismo, usura bancaria e altri profili di illegittimità?

Il tribunale ha ritenuto di rigettare tutte le eccezioni ed ha accertato che al momento dell’escussione dei pegni la società garantita era creditrice della banca e non già debitrice. Pertanto il Giudicante ha dichiarato l’illegittimità di dette escussioni condannando la banca sia a restituire tutte le somme al malcapitato fideiussore, sia a ripetere alla società quanto indebitamente corrisposto durante il rapporto contrattuale.
Infatti, la Sentenza n°1184/2023 del Tribunale Civile di Brindisi ha condannato la banca a “corrispondere al fideiussore la somma di € 139.046,14 derivante dalle illegittime escussioni di due pegni su due polizze vita poste a garanzia di aperture di credito su conto corrente, nonché a corrispondere alla società correntista la somma di € 28.605,67 quale ricalcolo del saldo dare/avere del conto corrente; somme da maggiorarsi degli interessi legali dalla domanda giudiziale al saldo”.
È Quindi evidente che il fideiussore può agire per ottenere la restituzione del maltolto.

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