Fido in conto corrente: cos’è e come funziona
Sentenza della Corte d’Appello di Lecce
Scoperto di conto e affidamento sono la stessa cosa?
Per rispondere a questa domanda partiamo dalle fattispecie previste dal Codice Civile e dalla Sentenza della Corte d’appello di Lecce che ha condiviso le eccezioni sviluppate anche in sede di CTU a difesa della società correntista.
Cosa dice il codice civile su conto corrente e fido?
In realtà il Codice Civile disciplina tre diverse fattispecie, ossia il Conto corrente (art. 1823 CC), il deposito (art. 1834 CC) e l’apertura di credito (1842 CC).
Il Conto Corrente è il contratto mediante il quale il deposito e l’apertura di credito possono funzionare, sulla base del quale vengono annotate le scritture contabili di dare e di avere che consentono alle parti di conoscere il reciproco saldo dare/avere.
Un conto corrente può quindi essere a credito, per il correntista, in tal caso si parla di deposito, o nel momento in cui la banca concede un affidamento può essere a debito del correntista, in tal caso si parla di apertura di credito.
Cosa è il contratto di affidamento?
Il contratto comunemente chiamato fido o affidamento è definito nel codice civile “apertura di credito” ed è disciplinato dall’art. 1842 CC e dai successivi articoli. L’apertura di credito è collocata nel titolo dei rapporti di credito, in parole semplici in questa sezione del codice civile trovano cittadinanza le operazioni di finanziamento. La particolarità dell’apertura di credito rispetto agli altri rapporti di credito è data dal fatto che la banca si obbliga a tenere a disposizione del cliente una somma di danaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato. Il cliente può decidere di prelevare tale somma in tutto o in parte e ripristinare tale capitale quando ritiene più opportuno mediante versamenti (Art. 1843 CC) i finanziamenti. A fronte di tale operazione di finanziamento il correntista deve pagare alla banca interessi debitori ed altre commissioni spese od oneri, secondo le previsioni contrattuali.
Cosa si intende per contratto di deposito?
Il deposito disciplinato dall’art. 1834 CC è il contratto con cui il correntista affida alla banca una somma di denaro affinché questa la custodisca. A fronte di tanto è possibile che siano riconosciuti interessi a credito del correntista.
Cosa si intende per scoperto di conto?
Lo scoperto in genere si realizza nell’ambito di rapporti di deposito, che in via del tutto eccezionale e transitoria possono presentare un saldo debitore. Tanto può avvenire per importi modesti, un lasso di tempo limitato, insomma il saldo debitore non è una costante del rapporto, ma ha carattere episodico.
Qual è la particolarità della Sentenza CdA di Lecce?
La perizia econometrica redatta dal Dott. Francesco Leo ha evidenziato fin da subito le differenze appena chiarite sulle fattispecie contrattuali che contraddistinguono conto corrente, deposito ed apertura di credito. La perizia bancaria chiarisce che l conto corrente bancario disciplina esclusivamente il contratto di deposito in conto corrente (art. 1834 CC) e l’eventualità che esso possa essere scoperto, ma non può disciplinare il diverso contratto di apertura di credito (Art. 1842 CC).
Ebbene, anche nell’ambito della Consulenza Tecnica che ha caratterizzato la Sentenza pronunciata dalla CdA di Lecce, la cui difesa è stata curata sia in primo grado che in Appello dall’Avv. Giuseppe Bagnulo sono stati sottolineati questi dati in relazione alle anomalie dei contratti bancari depositati agli atti di causa.
In particolare, nella sentenza si legge: “Il CTP ha evidenziato che i documenti sopra indicati “rappresentano la regolamentazione di un contratto riferito ad una mera apertura di conto corrente di corrispondenza e non riguardano in alcun modo la fattispecie (art. 1842 c.c.) dell’apertura di credito di fatto intercorsa tra le parti. Dunque nessuno dei documenti è idoneo a conferire alla società un’apertura di credito regolata in conto corrente infatti non è stabilito nei documenti l’ammontare dell’affidamento accordato e le relative condizioni (tasso ultralegale entro e non oltre il fido, cms entro e non oltre il fido, giorni valuta da applicare alle singole categorie di operazioni ed ogni altra spesa ed onere connesso all’erogazione del credito). I documenti in parola sono relativi invece al deposito di conto corrente”.
Come si legge nella Sentenza in commento, i rapporti erano molto articolati, poiché caratterizzati anche da due conti correnti ordinari e numerosi conti anticipi. Erano presenti anche irregolarità formali, come numeri di conto mancati o apposti di pugno senza indicazioni precise. Sulla scorta di tali presupposti la CdA di Lecce ha ritenuto “pienamente condivisibile la decisione del primo giudice, laddove ha escluso per entrambi i conti CMS, interessi ultra legali ultra fido e numero di giorni valuta”
Quali sono i benefici per il correntista che contesta irregolarità dell’affidamento in conto corrente?
Il primo e più importante beneficio che trae il correntista è la possibilità di ottenere un ricalcolo dei saldi, che deve essere sviluppato sulla base dei quesiti che pone il magistrato al CTU, alla luce delle istanze delle parti e dei documenti da esse depositati nella causa. Nella sentenza in commento il conto presentava una pesante esposizione debitoria a carico della Srl correntista pari ad € 224.609,20. Avendo avuto ragione la Srl sulle violazioni riscontrate mediante la consulenza tecnica di parte il saldo è stato rideterminato in un credito per la Srl di 223.657,75, con una differenza tra il saldo indicato in estratto conto e quello ricostruito a seguito della causa di ben 447.000 euro a favore del correntista.
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